Area Wilderness - Val Parina
Orso
Ursus arctos arctos Linnaeus, 1758 (Alpi)

Sistematica
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Ordine Carnivori
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Famiglia Ursidi
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Sottofamiglia Ursini
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Sottospecie italiana:
> Ursus arctos arctos Linnaeus, 1758 (Alpi)
> Ursus arctos marsicanus Altobello, 1921 (Appennini)
L'Orso bruno è legato preferibilmente agli ambienti di foresta, anche se si adatta ad una grande varietà di condizioni ecologiche. In Italia risulta confinato in ambienti montani caratterizzati da elevata copertura boschiva e morfologia aspra, tuttavia questa limitazione degli habitat frequentati deriva dalla necessità di evitare le aree caratterizzate da un eccessivo disturbo umano, piuttosto che da una selezione primaria degli ambienti montani. Il legame con i boschi risulta maggiore in primavera e autunno, mentre in estate vengono frequentate maggiormente aree caratterizzate da cespuglieti e vegetazione erbacea posti a quote più elevate. Queste differenze derivano dalla disponibilità trofica offerta dai diversi ambienti e dalle particolari esigenze ecologiche della specie nel corso delle stagioni.
Durante l'inverno vengono preferite ripide fasce rocciose, possibilmente lontane da fonti di disturbo umano, in cui sia possibile trovare grotte o comunque anfratti nei quali scavare una tana per il letargo. L'Orso bruno è attivo prevalentemente, anche se non esclusivamente, di notte. È territoriale e solitario, con le interazioni sociali limitate al periodo degli accoppiamenti. Nei mesi invernali va in letargo per un periodo variabile in funzione della rigidità del clima.
Status e conservazione
Dato il comportamento elusivo risulta estremamente difficile censire con esattezza le popolazioni di Orso bruno, a dispetto delle dimensioni considerevoli dell'animale. Recentemente tecniche genetiche non invasive sono state applicate con successo al censimento delle popolazioni di Orso nel Trentino occidentale ed in parte della regione Abruzzo. Sicuramente in Europa si tratta di una specie globalmente minacciata, e la situazione italiana appare ancora più critica in quanto le popolazioni sono tra le più piccole ed isolate.
In Italia centrale sopravvivono meno di 100 individui, in isolamento genetico da oltre un secolo; dati recenti fanno supporre che la popolazione abbia un basso tasso di riproduzione e sia numericamente in calo, anche se negli ultimi anni ha leggermente ampliato il suo areale. Nel Trentino occidentale sopravvivono tre individui nel Parco Naturale Adamello Brenta che non si sono riprodotti dal 1989. Questa popolazione è quindi sostanzialmente estinta, anche se un progetto di conservazione di tale nucleo è iniziato nel 1999 con il rilascio di individui provenienti dalla Slovenia. La prima riproduzione si è verificata nella primavera del 2002. Nelle Alpi orientali dagli anni Settanta è in corso una naturale espansione verso l'Italia della popolazione slovena; attualmente è stata accertata la presenza di individui isolati che hanno raggiunto le Alpi friulane e venete, tuttavia il costante aumento delle segnalazioni fa supporre un'evoluzione positiva di questo nucleo.
Nonostante l'Orso bruno sia protetto in Italia dal 1939, il bracconaggio rappresenta tuttora una grave minaccia per la specie. Altre cause di mortalità sono dovute agli incidenti con automobili o treni che si verificano con una certa regolarità. La persecuzione che l'uomo esercita sull'Orso è legata principalmente ai danni che esso causa ad alcune attività quali la pastorizia e l'apicoltura.
Questo comportamento predatorio è all'origine dell'intensa persecuzione che ha determinato la scomparsa della specie da buona parte d'Italia. I problemi di conservazione sono legati però anche alla progressiva riduzione e frammentazione degli habitat forestali che hanno determinato l'attuale isolamento delle popolazioni residue, ora minacciate da fattori demografici e genetici.
Il territorio del Parco delle Orobie Bergamasche ha visto la presenza, nella stagione 2008-09, di un giovane esemplare di Orso bruno, denominato JJ5, discendente di Orsi reintrodotti in Trentino nel Parco Naturale Adamello-Brenta nell'ambito del progetto "Life Ursus". Il progetto avviato nel 1996 ha visto reintrodurre 10 esemplari con il fine di ricostituire una popolazione vitale della specie nelle Alpi Centrali. L'esemplare JJ5 ha frequentato, dai primi indizi del suo arrivo a inizio estate 2008, territori molto vasti, inclusa la Val Brembana.
Carta di idoneità ambientale
Carta di idoneità ambientale per Ursus arctos - Riquadrata in blu l'area approssimativa della Val Parina.
