Area Wilderness - Val Parina

La Val Parina non è certo un'area incontaminata: nei secoli è stata usata ampiamente per attività estrattive e per la produzione di carbone di legna, oltre che per attività agrosilvopastorali.
Tutte queste attività hanno lasciato tracce nella valle: nella parte bassa della valle si vede bene lungo il sentiero il tracciato dei binari che consentivano il trasporto del minerale.
Come mai quindi ora può essere considerata "area wilderness"?
Non tutte le aree wilderness, anzi ben poche, sono aree "incontaminate" - la presenza umana sul nostro pianeta è veramente pervasiva e ha raggiunto anche gli angoli più remoti del globo. Certamente non poteva rimanere incontaminata una valle orobica a soli 36km da Bergamo e a 80 da Milano.
Tuttavia l'abbandono da parte dell'uomo delle attività nella valle è stato totale, senza nemmeno una presenza residuale legata ad abitazioni o a installazioni temporanee. L'impervia orografia della valle insieme al venir meno delle motivazioni economiche che ne avevano giustificao l'iniziale sfruttamento della valle ha comportato una sua rinaturalizzazione che ha permesso il ristabilirsi di ecosistemi originari con una fauna e una flora autoctone.
Ci si potrebbe chiedere perché è importante e necessario proteggere aree ad elevata naturalità.
Il Dr. Mr. Tomáš Olšovský ha conseguito il suo dottorato all'Istutto di Ecologia Forestale di Zvolen in Slovakia e ha compilato un elenco di motivazioni (potete leggere qui l'intero articolo The Benefits of Wilderness, in lingua inglese).
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Le aree naturali:
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forniscono un rifugio per la protezione di centinaia di specie vegetali e animali, che vivono in foreste antiche e strutturate in modo naturale o in altri habitat naturali;
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contribuisce a ridurre la perdita di biodiversità
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protegge la crescita senza disturbo umano dele le foreste naturali ;
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consentono a scienziati e istituzioni scientifiche di acquisire maggiori conoscenze professionali su temi quali la gestione delle aree naturali, i cambiamenti climatici, la gestione del legno morto e dell'entomofauna relativa, la conservazione delle risorse idriche, la protezione dei bacini idrografici;
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incoraggiano la ricerca scientifica mirata su "aree di conflitto" (per esempio la gestione degli alberi nelle aree attaccate dagli solitidi) in modo che biologi e conservazionisti possano trovare risposte alle problematiche di gestione
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aumentano la possibilità di comprendere meglio il funzionamento delle aree protette in diversi habitat in diversi paesi europei;
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offrono l'opportunità di vivere personalmente un ambiente naturale selvaggio;
Si può dire che le prime aree protette sono nate con l'umanità e, storicamente, hanno assunto molte forme diverse, dai boschi sacri delle prime comunità e di cui abbiamo testimonianza in epoca greca e romana, alle riserve di caccia medievali, sino ad arrivare ai moderni parchi nazionali e riserve naturali.
Dopo la seconda guerra mondiale le aree protette sono state viste principalmente come strumento per la salvaguardia della diversità biologica, ma a partire dagli anni '70 è emersa una interpretazione più ampia e flessibile, che ha visto le aree protette come una componente critica di un sistema di supporto vitale, un deposito di biodiversità e allo stesso tempo una potenziale fonte di benefici economici,purché siano usate in modo sostenibile.
Il valore sociale ed economico delle aree protette diventa sempre più importante via via che l'opinione pubblica diventa più consapevole dei servizi ecosistemici forniti dalle aree protette come acqua pulita, regolazione della temperatura, fonte di cibo e di valore estetico.
I regimi di gestione delle aree protette variano notevolmente. Alcune aree protette vietano attività come la caccia o l'estrazione di risorse naturali, mentre per altre le attività umane sono parte della loro identità e addirittura necessarie per il mantenimento e il ripristino di specie e habitat bersaglio. La partecipazione e il coinvolgimento delle persone è un fattore chiave per l'istituzione e la gestione delle aree protette.

Il turismo in ambiente naturale: benefici e impatto
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I luoghi associati alle attività ricreative all'aperto hanno sempre incluso le foreste, la costa, i laghi e fiumi, montagne e altre zone di grande interesse paesaggistico che oggi sono spesso parte di parchi nazionali o comunque di aree protette.
Le attività ricreative possibili vanno da quelle molto passive, come sedersi e rilassarsi in ambiente naturale, a quelle molto attive, come lo sci, la mountain bike o l'equitazione.
Possono essere svolte in modo solitario, per esempio quando una persona va a fare una passeggiata da solo, o in modo collettivo, per esempio quando si fa un picnic in famiglia o un gruppo di amici fa un'escursione.
Le attività ricreative all'aperto hanno una lunga storia che risale di molti secoli nel passato, quando erano principalmente appannaggio delle élite sociali che si dedicavano alla caccia, ma sono diventate accessibili in tempi più recenti anche alle classi medie urbane, prima con la ferrovia e poi, con la motorizzazione di massa, con mezzi privati.
Tendenze nella domanda di attività ricreative all'aperto e nel turismo naturalistico in Europa - Cambiamenti sociali e demografici

Cambiamenti demografici
Tra i cambiamenti demografici più rilevanti vi è l'invecchiamento della società, perché le persone vivono più a lungo, tendono ad avere figli più tardi e con la riduzione dei tassi di natalità che portano ad avere famiglie con meno figli.
Cambia anche la struttura delle famiglie, con un aumento della diversità etnica a causa dei flussi migratori, lo spostamento dei giovani dalla campagna alle città e il conseguente spopolamento rurale, che porta alla riduzione della popolazione in alcune aree e all'aumento in altre. Queste modifiche si traducono in modelli diversi nell'uso del tempo libero. Per esempio gli anziani in pensione possono disporre di molto tempo per partecipare alle attività ricreative anche se con l'avanzare dell'età le loro capacità fisiche si riducono. Un altro esempio è dato dalla diminuzione delle famiglie tradizionali, con conseguente riduzione delle gite in famiglia nei luoghi di svago.
Poiché le persone hanno figli in età più avanzata, dispongono di più tempo per viaggiare senza impedimenti e questo ha grande impatto sulla domanda di turismo naturalistico
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Salute fisica e mentale
C'è una forte tendenza sociale a porre attenzione alla salute fisica e mentale dei cittadini, anche perché condizioni come obesità o elevati livelli di stress stanno raggiungendo livelli epidemici. La riconnessione con un ambiente naturale in cui la presenza umana è ridotta e dove la natura stessa del territorio impedisce il ricorso a mezzi di trasporto meccanici possono essere fattori importanti nell'individuazione delle mete per attività turistiche e ricreative.

Benessere economico
Il benessere economico nei paesi sviluppati comporta che le persone con reddito medio-alto possono spendere una quota significativa del loro reddito in attività ricreative e ludiche. Questo si accompagna a diversi modelli di consumo e di lavoro: le persone vogliono sempre maggiore scelta e possono utilizzare il tempo libero in modo più flessibile rispetto al passato. Nelle economie mature inoltre le persone già possiedono la maggior parte dei prodotti di consumo tangibili e quindi iniziano a desiderare prodotti immateriali come viaggi in luoghi lontani ed esperienze estreme e fortemente adrenaliniche.
Questi sono alcuni dei fattori che hanno contribuito a questo trend di crescita del turismo naturalistico: le persone cercano nuove esperienze sempre differenti, combinano i viaggi di lavoro con quelli di piacere e mostrano una forte pulsione a vacance che facciano "tornare alla natura" .
In Europa, la tendenza è a fare più viaggi, ma più brevi, e la crescita del reddito delle famiglie unipersonali tra i giovani (fascia di età 16-35 anni) dà una ulteriore spinta a vacanze attive, con una forte connotazione naturalistica.

La diffusione di internet
Internet ha ormai una diffusione capillare e il sempre maggiore uso dei telefoni cellulari consente di avere e scambiare informazioni in tempi rapidi. Molte decisioni relative alle mete per gite o vacanze vengono decise in tempi molto ristretti, senza pianificazione preventiva e sulla base delle informazioni rese disponibili da chi gestisce l'offerta turistica di un territorio. Internet inoltre si rivela un potente canale per condividere informazioni e commentare le esperienze fatte.

Aspetti ambientali e paesaggistici
In Europa Occidentale lo sviluppo economico ha determinato una intensa urbanizzazione e la creazione di numerose infrastrutture per i trasporti, dagli svincoli stradali alle ferrovie ad alta velocità.
Questi interventi hanno fortemente alterato il paesaggio naturale, in molti casi snaturandolo e rendendolo, se pur più funzionale alle attività economiche, meno orientato a una elevata qualità di vita.
Anche in questo caso l'anomalia rappresentata da aree di wilderness con poca o nulla presenza umana e con attività economiche che, anche se presenti e percepibili, sono comunque in evidente stato di abbandono, rappresenta una cesura importante rispetto alla quotidianità e aumenta il valore di queste aree.
Nell'articolo di Bellet viene sottolineato come tutti questi fattori che possono portare un significativo flusso di visitatori nelle aree di wilderness rappresentano anche un potenziale pericolo per la loro integrità e conservazione.
" è necessario che politici, pianificatori territori e gestori del territorio siano in grado di capire e di conoscere i probabili cambiamenti nel comportamento e nel tipo di domanda che possono avere luogo".
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Il settore del monitoraggio dei visitatori è nato negli USA ma è ormai diffuso anche in Europa, ed è auspicabile che venga applicato anche alle aree di wilderness in un'ottica di protezione e di fruizione ottimale